Influenza Australiana | Intervengono i virologi: “Ospedali intasati”

Ecco arrivata l’influenza Australiana. I sintomi sono orribili, ecco come riconoscerla e prevenirla.
In questi giorni centinaia e centinaia di ospedali italiani sono stati intasati da moltissime persone colpite dall’influenza Australiana. L’incubazione è di due giorni e i sintomi sono veramente orribili. Colpisce grandi e bambini, nessuno escluso. Circa 2,5 milioni di italiani in questi giorni sono stati colpiti da questa influenza. Ecco come riconoscerla, ma soprattutto prevenirla, per non sentirsi male durante le vacanze natalizie.
In questi anni siamo stati travolti da decine e decine di influenze che sembrano non volerci lasciare in pace. Dopo la pandemia, il vaiolo delle scimmie, l’influenza stagionale ed altre ancora, è arrivata l’influenza Australiana, che mette KO sia grandi che piccoli, costringendo molto spesso le persone ad andare in ospedale.
Dopo due anni di mascherine, quest’inverno abbiamo avuto il via libera anche sui mezzi di trasporto, permettendoci di vivere una vita “uguale” a prima. Ma la boccata d’aria fresca è durata molto poco e oggi 2,5 milioni di italiani sono stati colpiti da questa nuova influenza. Sembra che i bambini ne risentano maggiormente, visto che a seguito delle svariate quarantene e lockdown non erano più entrati a contatti con alcun virus influenzale e dunque privi di anticorpi. Come si propaga questo nuovo virus?
La trasmissione maggiore avviene con tosse e starnuti o anche toccando oggetti contaminati. L’incubazione di questa influenza Australiana è di circa due giorni e possiamo ritenerci contagiosi per i cinque giorni a venire, dopodiché non c’è pericolo.
Ma quali sono i sintomi?
In Italia, la regione che sembra maggiormente colpita è la Lombardia. Ci sono state migliaia e migliaia di segnalazioni di genitori che hanno dovuto accompagnare i propri figli in ospedale. I motivi principali per cui questa regione sembra essere la più contagiata sono: la scarsa alfabetizzazione sanitaria dei genitori con a carico i più piccoli e i singoli pediatri che non riescono a gestire i propri pazienti. Basti pensare che un singolo dottore può avere fino a 1.400 piccoli pazienti da seguire.
Il virus nasce in Australia, proprio come dice il nome, e nella scorsa settimana in Italia i casi sono aumentati del 13%. Sono queste le parole dichiarate dall’infettivologo Matteo Basetti per il Fatto Quotidiano: “L’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo..”

Chi viene contagiato può riscontrare febbre, raffreddore, dolori, tosse molto secca, cefalea e dolori muscolari. Esiste però, per alcune categorie di persone, la possibilità di vaccinarsi. L’immunizzazione è consigliata e offerta gratuitamente per gli over 60, donne incinte, chi soffre di diabete, ipertensione, Hiv, asma, malattia cardiache o croniche, tutti coloro che sono persone fragili e tutti i bambini dai 6 mesi ai 6 anni. Quindi, soprattutto per i più piccoli, è consigliato richiedere la possibilità di vaccinarsi per prevenire questa brutta influenza Australiana.