Insetti nelle Barrette di Cioccolato, che disastro: l’invasione è totale

A quanto pare ora come ora gli insetti pare che non siano presenti solo nella pasta, la loro invasione ha toccato anche il cioccolato.
Gli insetti sono presenti anche nel cioccolato, un alimento molto amato dalle popolazioni di tutto il mondo e considerato anche una sorta di antidepressivo naturale, ma come è stata possibile tale invasione?
Ha fatto molto scalpore la notizia della presenza degli insetti nella pasta, un alimento molto amato che tutto il mondo tende un po’ ad invidiare a copiare dall’Italia, viste anche le numerose varianti che può costituire a seconda della moltitudine dei condimenti presenti con cui creare gustosi primi piatti.
La presenza degli insetti da quanto emerso dipendeva dalla quantità di uova presenti nel grano, cereale utilizzato per la creazione di tale alimento. Non solo però, è infatti ora presente anche un tipo di pasta interamente costituito da farina di grilli, altamente proteica e commestibile.
Dalla pasta al cioccolato
Gli insetti sono pur sempre appartenenti al regno animale, il solo fatto che siano dalla nostra cultura considerati come qualcosa di repellente non significa però che non siano commestibili e non possano fare parte della catena alimentare e costituire apporto nutritivo. Non per nulla la Cricket Pasta è considerata altamente proteica come già affermato.
Un nuovo regolamento sui novel food, in vigore dal 2018, avrebbe addirittura legalizzato la presenza e l’impiego di insetti nel settore alimentare, oltre che del grillo comprende anche l’impego della larva gialla della farina e della locusta migratoria. Tuttavia sono anche molti gli insetti che finiamo per consumare inconsapevolmente, il cioccolato pare essere un altro alimento che spesso ne prevede la presenza.

Il margine di tolleranza sulla loro presenza
Alcuni insetti in altre parti del mondo vengono talvolta utilizzati come coloranti alimentari naturali, spesso per quanto riguarda le bevande. Vista comunque la scarsa pericolosità legata al loro consumo accidentale e la probabilità di poterne trovare ovunque, compresi nei luoghi di conservazione, un margine di tolleranza può aggirarsi circa sugli otto frammenti di essi, specie in una barretta di cioccolato.
Tale margine di tolleranza è emerso da uno studio condotto dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Università Iulm di Milano, mentre un sondaggio della Coldiretti mostrerebbe che il popolo italiano si sta mostrando sempre più restio ad abbracciare tale innovazione alimentare. In percentuale si parla di un 54% sfavorevole contro un 24% invece propenso.