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Positivo alla cocaina, ma ha solo tre mesi: è in pericolo di vita | Si ipotizza la trasmissione per allattamento

Tragica scoperta al reparto Pediatria del Ruggi di Salerno: il neonato era positivo alla cocaina – foto Depositphotos / spynews.it

Scoperto dai medici nel Salernitano, trasportato d’urgenza a Napoli: la madre sarebbe una consumatrice abituale di stupefacenti.

Una scoperta spiazzante quella fatta dai dottori del reparto di Pediatria del Ruggi d’Aragona di Salerno: un neonato, arrivato al pronto soccorso in condizioni critiche, è risultato positivo alla cocaina ed è stato necessario il trasferimento immediato presso l’ospedale Santobono di Napoli.

Trasferimento avvenuto in circostanze straordinarie grazie all’elisoccorso, non prima però di venire stabilizzato ripristinando i parametri vitali. Il test delle urine ha poi evidenziato la positività alla droga.

Da appurare il peso che ha avuto la sostanza nel quadro medico del piccolo, che combatte tra la vita e la morte a causa di una grave forma di meningite ed è tuttora ricoverato in terapia intensiva al Santobono.

L’ospedale Santobono di Napoli – foto ANSA – spynews.itdeoi

La procura di Salerno apre il fascicolo e il test torna negativo: cos’è successo?

La procura di Salerno ha aperto un fascicolo: secondo la prima ricostruzione dei fatti, il bambino è arrivato in ospedale in uno stato di “torpore con sintomi di setticemia” e la temperatura corporea di 38 gradi.

La Tac ha evidenziato una sepsi da meningite, trattata con l’utilizzo immediato di antibiotici. Poi, la positività alla test antidroga tramite urine ha spinto i medici a trasportarlo a Napoli per essere sottoposto a puntura lombare, che ha confermato la diagnosi di meningite batterica. Allo stato attuale dei fatti, il bimbo è ricoverato in prognosi riservata e le sue condizioni dichiarate sono gravi e stazionarie.

Secondo quanto riportato da Tgcom24, la madre sarebbe un’utilizzatrice di stupefacenti e la trasmissione potrebbe essere avvenuta attraverso allattamento. Ma nel secondo test, fatto questa volta al Cardarelli di Napoli, la presenza della sostanza era sparita, facendo venire il dubbio che si trattasse di un falso positivo.

All’università Vanvitelli è stato affidato un ulteriore test per cercare di capire con assoluta certezza quanto accaduto: sarà infatti necessaria un’indagine cromatografica ad elevata sensibilità che sarà in grado di ricercare nel sangue molecole della sostanza tossica in questione. La spiegazione del giallo potrebbe risiedere nello smaltimento della cocaina tra un esame e l’altro.