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Anica Panfile, arrestato il suo datore di lavoro: ecco perché secondo gli inquirenti ha mentito in questi mesi

Anica Panfile
Anica Panfile (ANSA) – Spynews.it

C’è stata una svolta nell’omicidio di Anica Panfile, trovata morta nel maggio del 2023. Gli inquirenti hanno arrestato il suo datore di lavoro.

Anica Panfile era un 31enne di origine rumena trovata morta lo scorso 21 Maggio 2023. Adesso, a distanza da sei mesi dalla sua tragica scomparsa, gli inquirenti hanno arrestato il suo datore di lavoro Franco Battaggia con l’accusa di omicidio e tentata soppressione aggravata di un cadavere.

Ci sono voluti sei mesi di indagini da parte delle forze dell’ordine per arrivare a questa incriminazione, anche se Battaggia era stato iscritto nel registro degli indagati già un mese dopo la morte della donna. Alla polizia l’uomo aveva raccontato che il loro ultimo incontro risaliva al 18 Maggio, tre giorni prima della morte della Panfile, e che aveva inoltre aiutato la 31enne a smaltire un debito che aveva contrattato.

Gli inquirenti però hanno iniziato fin da subito a mettere in dubbio la sua versione, e sembra che abbiano raccolto alcune testimonianze secondo cui i due in realtà avevano una relazione. La tesi dell’accusa, considerato che l’autopsia sul corpo della Panfile, aveva evidenziato un’intossicazione da cocaina, è che l’uomo abbia invitato la sua amante nel suo appartamento forse con la scusa di consumare droga insieme.

Carabinieri
Carabinieri (ANSA) – Spynews.it

L’ipotesi degli inquirenti è che Battaggia abbia ucciso la donna durante una lite in casa sua

E in seguito, l’abbia ucciso durante una lite, anche perchè la donna è morta per i numerosi traumi riportati alla testa causati da un corpo contudente e asfissia. Battaggia era già noto alle forze dell’ordine per essere stato uno storico membro della Mala del Brenta capeggiata da Felice Maniero, e dopo il suo arresto, è stato trasferito nel carcere di Santa Bona.

La scientifica avrebbe inoltre trovato delle tracce di Dna della donna nella camera di Battaggia, su cui oltretutto sarebbero stati fatti dei tentativi per rimuovere le tracce biologiche presenti in casa, insieme a dei residui di cocaina molto simili a quelli che rintracciate nelle analisi fatte sul corpo della donna.