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Mistero a Trento: trovata senza vita in un letto di sangue | Ma sul corpo non c’erano ferite, i vicini hanno sentito qualcosa

Volante notturna dei carabinieri
Volante notturna dei Carabinieri (foto di repertorio ANSA) – Spynews.it

Ritrovata nel suo letto con evidenti macchie di sangue ma senza riscontrare ferite: è giallo a Trento. I vicini hanno sentito delle urla.

Si chiamava Maria Antonietta Panico la donna ritrovata morta nel letto della sua abitazione a Trento, tra evidenti tracce ematiche ma senza ferite visibili ad occhio nudo. A trovare il corpo è stato l’ex marito, che ha prontamente chiamato i soccorsi a seguito della tragica scoperta.

Ma è ancora un mistero la causa del decesso. Il medico legale che è intervenuto sul posto si è infatti trovato di fronte ad una scena inconsueta: non ha riscontrato alcuna ferita da taglio o segni di colluttazione che possano spiegare la presenza del sangue sul letto.

Una circostanza che ha spiazzato i Carabinieri intervenuti in via Vicenza (quartiere Bolghera di Trento), che non hanno saputo spiegare in maniera definitiva quanto successo. Ci penserà dunque l’autopsia disposta dal pm Foiera a far luce su un mistero apparentemente inspiegabile.

Si ipotizza che il cadavere fosse lì da diversi giorni, anche considerato che la figlia 16enne non riuscisse a mettersi in contatto con la madre da un paio di giorni. Potrebbe comunque essere decisiva la testimonianza di alcuni vicini, che secondo quanto riportato dal Giornale Trentino avrebbero dichiarato: “Da qualche tempo la vedevamo consumata. Era diventata l’ombra di se stessa”.

Sirena dei carabinieri
I Carabinieri dovranno indagare sul complesso caso Panico (DepositPhotos) – Spynews.it

Maria Antonietta Panico era cambiata: spesso coinvolta in “grida e litigi”

Questo suo cambiamento repentino aveva portato la 43enne ad essere coinvolta in “grida e litigi”: questa è la testimonianza dei vicini, incapaci di riconoscerla a seguito della relazione avuta dalla 43enne col compagno più recente, interrotta un paio di anni fa. Sembrerebbe che il rapporto con l’uomo si fosse arrestato bruscamente, con tanto di divieto di avvicinamento disposto dalla magistratura.

“Da qualche tempo noi del palazzo eravamo allarmati perché veniva spesso la polizia. E lei appariva sofferente. Una grande pena per noi, che ne avevamo sempre apprezzato l’umanità e disponibilità”, prosegue il racconto dei vicini.

Un radicale mutamento delle abitudini di vita potrebbe essere dunque la chiave che spiega l’arcano. Candidata alle elezioni provinciali del 2018 e a quelle comunali del 2020, consulente in patronati Caaf e impegnata costantemente sul territorio: aveva lasciato il lavoro negli ultimi mesi, forse un presagio della tragedia che sarebbe avvenuta da lì a poco.