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Nada Cella, Annalisa Cecere sarà rinviata a giudizio? Grande attesa per la decisione del giudice

Nada Cella
Nada Cella (ANSA) – Spynews.it

Nella giornata di oggi, il giudice Nutini è chiamato a decidere sul rinvio a giudizio di Annalisa Cecere, accusata dell’omicidio della giovane segretaria uccisa nel 1996.

Il caso di Nada Cella, una giovanissima segretaria uccise il 6 Maggio del 1996, potrebbe finalmente essere vicino ad una svolta, ad oltre 20 anni da questo cruento omicidio. Nella giornata infatti di oggi, 15 Febbraio 2024, si terrà la prima udienza preliminare condotta dal giudice Angela Nutini, che dovrà stabilire se esistono i presupposti per rinviare a giudizio l’ex insegnante Annalisa Cecere.

È lei in fatto secondo l’accusa che in quel giorno di maggio del 1996, ha ucciso la 24enne, che lavorava presso lo studio del commercialista Marco Soracco, probabilmente per motivi di gelosia. Un delitto rimasto a carico di ignoti fino al Gennaio del 2024, quando per la prima volta la Cecere è stata accusata formalmente.

Sono indagati anche il commercialista Soracco e l’anziana madre, accusati di favoreggiamento e dichiarazioni false rese agli inquirenti. I due secondo l’accusa avrebbero scoperto il delitto finendo con il coprire la Cecere, sotto il ricatto che quest’ultima rendesse pubblico un giro di soldi forse illegale di cui faceva parte Soracco.

Nada Cella, uccisa nel 1996
Nada Cella, uccisa nel 1996 (ANSA) – Spynews.it

La legale della famiglia di Nada Cella: “Speriamo nel rinvio a giudizio”

Per la famiglia di Nada Cella si tratta indubbiamente di una vittoria, considerato che parliamo di una battaglia, quella condotta dai familiari per ottenere giustizia e verità sull’omicidio della figlia, iniziata 28 anni fa. Come ha dichiarato la legale della famiglia Sabrina Franzone “noi speriamo solo di riuscire a ottenere un rinvio a giudizio. C’è la richiesta corposissima della pubblico ministero e stiamo preparando le costituzioni di parte civile. Siamo ovviamente un passo indietro rispetto al pm, anche rispetto alla conoscenza approfondita degli atti. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto prima”.

Sulla posizione di Marco Soracco pesa moltissimo la falsa dichiarazione rilasciata agli inquirenti nel 1996, quando dichiarò che dopo aver ritrovata la 24enne stesa a terra, avesse subito pensato a un malore. Un versione che è stata poi smentita nel corso delle indagini, quando si è scoperto che il commercialista, confidandosi con una collega, le aveva invece riferito come la sua prima impressione fosse che la ragazza era stata aggredita.