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Strage di Altavilla, arriva un colpo di scena: potrebbe esserci una setta religiosa dietro gli omicidi

I funerali di Emmanuel e Kevin Barreca
I funerali di Emmanuel e Kevin Barreca (ANSA) – Spynews.it

Gli investigatori sospettano che Barreca non abbia compiuto gli omicidi da solo, o insieme a due complici accusati, ma che vi fosse invece una setta di almeno dieci persone che erano a conoscenza di cosa accadeva in quella in quei terribili giorni.

Emerge una nuova ipotesi nel corso delle indagini sulla strage di Altavilla Milicia, dove Giovanni Barreca, un muratore di 54 anni, ha brutalmente sterminato la sua famiglia, insieme ad altri due complici e l’aiuto della figlia 17enne, nel corso di un rito religioso per purificare la sua abitazione dal demonio, come hanno in seguito raccontato agli inquirenti sia il padre che la figlia.

Un triplice omicidio agghiacciante nelle modalità, che ha portato all’uccisione della moglie Antonella Salomone, di cui sono stati trovato i resti carbonizzati in casa, e dei due figli, Emmanuel di 5 anni e Kevin di 16 anni, morti dopo essre stati sottoposti epr giorni alle più atroce torture. E adesso, secondo alcune informazioni che ha raccolto in esclusiva il quotidiano Fanpage, gli investigatori sospettano che dietro questi terribili riti di fanatismo religioso che hanno portato alla strage, ci sia una setta religiosa composta da almeno dieci persone.

Una congregazione di cui facevano parte i due complici di Barreca, che aveva conosciuto sui social nel mese di Gennaio condividendo il loro fanatismo religioso, e che sarebbe stata secondo gli inquirenti al corrente di cosa accadeva in quella casa in quei terribili giorni.

I carabinieri vicino l'abitazione della strage
I carabinieri vicino l’abitazione della strage (ANSA) – Spynews.it

Il racconto della figlia di Barreca agli inquirenti

Sarebbe stata la figlia di Barreca ne corso degli interrogatori a svelare l’esistenza di un gruppo di adepti che andava oltre i due complici (Che però continuano a dichiararsi innocenti ed estranei ai fatti) che erano fisicamente presenti secondo l’accusa nei giorni in cui si consumati gli omicidi.

La figlia di Barreca ha inoltre raccontato agli investigatori come per giorni si sia finta suo fratello Kevin con gli amici, rispondendo ai messaggi sul suo cellulare (Che la ragazza teneva con sé insieme a quelli degli altri familiari, sequestrati affinché non chiedessero aiuto) in modo da non far sospettare nessuno della sua scomparsa.