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Pavia, va in cortile e si toglie la vita | Era il sindaco del paese: schiacciato dai debiti come prima ipotesi

I carabinieri in azione – foto di repertorio ANSA – spynews.it

Calvignano, la comunità è sotto shock: il sindaco del paese muore suicida nel cortile della sua trattoria. Si pensa a problemi di debiti.

Marco Cesarini, 57 anni, era il sindaco di Calvignano, paesino in provincia di Pavia che conta poco più di 100 anime. Ha trovato la morte per opera della sua pistola, attivata nel cortile della trattoria che gestiva in quello che sembra a tutti gli effetti una triste vicenda di suicidio.

Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 28 febbraio, quando Cesarini si è allontanato dal suo bar-trattoria di Borgo Priolo, dirigendosi verso il cortile esterno. Qui, avrebbe estratto la sua pistola puntandola verso di sè, per poi sparare e mettere la parola ‘fine’ alla sua esistenza.

I soccorsi del 118 sono arrivati immediatamente ma non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 57enne, primo cittadino del posto. I motivi dell’estremo gesto sono tutt’ora in fase di accertamento, ma in prima istanza si potrebbe pensare a delle questioni economiche debitorie.

Calvignano, il comune di cui era sindaco, si è trovato raggelato dalla vicenda: decine sono stati i messaggi di cordoglio sui social per Cesarini, al suo secondo mandato dopo la rielezione del 2022.

Le forze dell’ordine sono intervenute sul posto per spiegare l’accaduto – foto di repertorio ansa – spynews.it

Prima ipotesi: i debiti del locale lo hanno schiacciato

L’uomo era ininterrottamente sindaco di Borgo Priolo (Pavia) dal 2017, quando si fece eleggere dai cento abitanti dell’Oltrepò Pavese con la sua lista civica.

La sua tremenda fine sarà sentita, oltre che dai suoi cittadini, anche e soprattutto dalla moglie e dai suoi quattro figli. Si cercherà di capire successivamente i motivi che lo hanno spinto a premere il grilletto nel pomeriggio dello scorso mercoledì.

Secondo le prime ipotesi, la causa del suicidio sarebbe da ricercare nei debiti che Marco aveva accumulato con la sua attività parallela da ristoratore. Uno scenario che quindi andrebbe nella direzione opposta al ruolo istituzionale che ricopriva.