Home » Caso Angelica Hutter: ottenuta la seminfermità mentale | Accusata di triplice omicidio stradale

Caso Angelica Hutter: ottenuta la seminfermità mentale | Accusata di triplice omicidio stradale

Giallo a Tortona, ecco cos'è successo
Il triplice impatto mortale coinvolse la morte di Marco Antoniello, suo figlio e sua suocera (foto di repertorio DepositPhotos) – Spynews.it

La perizia psichiatrica su Angelika Hutter ha dato esito parzialmente positivo, ma sarà comunque regolarmente processata.

Una ridotta capacità di intendere e di volere al momento dell’incidente. Questo il risultato della perizia psichiatrica fatta ad Angelica Hutter, la 32enne tedesca che è accusata del reato gravissimo di triplice omicidio stradale.

Le vittime, Marco Antionello, il figlio Mattia e la suocera Maria Grazia Zuin, travolte dall’auto di Hutter a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno.

La gip Marson Enrica (di Belluno) ha accolto la tesi di periti, consulenti di procura e parti civili e ora è accertata una ridotta capacità di rispondere alle sue azioni al momento dell’incidente, per la 32enne tedesca.

I periti che sono stati nominati dalla gip hanno comunque aggiunto che il soggetto porta con sé un “elevato grado di pericolosità sociale”. Subito dopo il triste evento, le prime informazioni uscite fuori rivelavano di una condizione mentale particolarmente difficile di cui soffriva l’imputata.

Tribunale
Sarà regolarmente giudicata in tribunale (DepositPhotos) – Spynews.it

I familiari non protestano: “Deve essere seguita”

Secondo quanto riportato dal Gazzettino, i familiari “non hanno accolto negativamente le conclusioni esposte nell’udienza tenutasi oggi” e i legali ci hanno tenuto a precisarlo alla stampa.

“Questa valutazione psichiatrica non fa altro che confermare la pericolosità sociale di questa persona, che dovrà comunque sostenere il giudizio per i gravissimi reati che ha commesso ma, qualsiasi sia la pena che le sarà inflitta, andrà costantemente seguita e curata anche dopo per tutelare la collettività e per evitare che si ripetano tragedie come quella che ci ha colpiti”. Questa la loro reazione.

Si è espresso in merito anche l’avvocato Riccardo Vizzi, che ha poi aggiunto: “Il vero dramma dell’omicidio stradale è che le famiglie delle vittime alla fine si sentono come abbandonate dalla giustizia e dalle istituzioni, che pure dovrebbero salvaguardarle, perché la perdita del proprio caro equivale a scontare una condanna a vita. Ma dall’altra parte il o i responsabili molto raramente fanno anche solo qualche giorno di carcere“.