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Affittava a Matteo Messina Denaro la sua identità: arrestato il prestanome | Altri due arresti per favoreggiamento

L’arresto di Matteo Messina Denaro dai Carabinieri del Ros – foto ANSA – spynews.it

Sgominata la lista di insospettabili al servizio di Matteo Messina Denaro: sono accusati di aver favorito la latitanza del boss.

Matteo Messina Denaro è morto, ma c’è ancora molto lavoro da fare per individuare le responsabilità di chi ha favorito la sua latitanza durata 30 lunghissimi anni. Nella giornata di ieri, sono arrivati tre arresti da parte dei carabinieri del Ros.

Tre ‘insospettabili’ persone chiave che avrebbero conquistato la fiducia del boss, aiutandolo a sfuggire alla legge in un modo o in un altro.  Secondo quanto riportato da ANSA, trattasi dell’architetto Massimo Gentile, del tecnico radiologo dell’ospedale di Mazzara del Vallo Cosimo Leone e di Leonardo Gulotta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ad oggi, sono ben 14 le persone finite nella maglia della giustizia, accusate per aver contribuito alla latitanza del boss più ricercato. 4 quelle che invece hanno raggiunto una condanna.

Massimo Gentile (parente dell’ergastolano Salvatore) e marito dell’amante del boss Laura Bonafede, è stato accusato di aver ceduto la sua identità a MMD, con il quale è riuscito ad acquistare macchine e moto, stipulare assicurazioni ed effettuare operazioni bancarie. I magistrati scrivono che tutto questo ha permesso a Messina Denaro di “vivere e muoversi nel suo territorio come un cittadino qualunque e con un apparentemente regolare documento di riconoscimento”.

Messina Denaro e il suo medico Alfonso Tumbarello – FOTO ANSA – spynews.it

La responsabilità di Cosimo Leone

A Cosimo Leone, cognato di Massimo Gentile, è stato contestato di aver favorito le cure mediche all’interno dell’ospedale di Mazara del Vallo. I magistrati scrivono di lui: “oltre che un indispensabile tramite con l’esterno durante l’intero periodo di degenza, anche un importantissimo punto di riferimento all’interno dell’ospedale”.

Gulotta è invece accusato di aver fornito un’utenza telefonica al boss, utilizzata tra il 2007 e il 2017 per gestire acquisto e mantenimento (tra cui il pagamento di tutte le tasse relative ad assicurazione e bollo) dei mezzi comprati sotto falso nome con l’identità di Gentile.