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Scomparsa Mara Favro, il fratello: “Le testimonianze sono contrastanti, chiediamo alla Procura di fare di più”

Alta Val di Susa
Alta Val di Susa (DepositPhotos) – Spynews.it

Il fratello di Mara Favro, la donna scomparsa oltre un mese fa a Chiaramonte, ha lanciato un appello alla Procura.

Per il momento, gli inquirenti continuano a brancolare nel buio e nessuno sa ancora che fine abbia fatto Mara Favro, una donna di 51 anni scomparsa oltre un mese nell’Alta Val di Susa. Quel giorno, si era recata come sempre nella Pizzeria di Chiaromonte in cui lavorava, per poi far perdere ogni traccia ai suoi familiari, che hanno subito avvisato e denunciato la sua sparizione agli inquirenti.

La famiglia della Favro continua però a chiedere alla polizia di non smettere di indagare, convinti che qualcosa non torni nelle testimonianze fornite dai colleghi di lavoro e dal datore di lavoro della donna.

Sembra infatti che i loro racconti non coincidano perfettamente. Il fratello di Mara Favro, continua a chiedere in questi giorni che ci si concentri soltanto su un possibile allontanamento volontario della sorella, ma si indaghi anche in altre direzione, acquisendo ad esempio i tabulati telefonici del cellulare della donna: “Si deve muovere la Procura perché siamo in un momento di fermo, in autonomia non possiamo più fare nulla ma non abbiamo prove concrete di tracce da seguire”.

Volante dei carabinieri di notte
Volante dei carabinieri di notte (ANSA) – Spynews.it

Le testimonianze resa dal datore di lavoro e dal collega della donna non coincidono

L’unica certezza è che, come hanno confermato due testimoni ascoltati dai carabinieri, la Favro si sia recata regolarmente al lavoro il giorno in cui è scomparsa, scendendo in auto con un collega dopo la fine del suo turno. Il suo datore di lavoro però, ha raccontato che in seguito la donna è risalita in pizzeria in autostop, in quanto aveva dimenticato nel locale le chiavi di casa, cercando poi un nuovo passaggio per riscendere a Chiaramonte.

Emerge però dagli interrogatori che il dipendente e il datore di lavoro, avrebbero comunque fornito versioni diverse su cosa sia accaduto quel giorno, ed entrambi inoltre avevano cancellato i messaggi dalle loro chat di WhatsApp. Una situazione che non convince il fratello della donna: “Ci sono informazioni contrastanti che non riusciamo a far collimare e quindi non abbiamo sentore della realtà, per questo facciamo appello alla Procura perché inizi a mettere in piedi una ricerca più completa e articolata con tabulati ed email per sapere i suoi contatti”