Giada Zanolo, spunta un nuovo messaggio scritto ad un’amica la notte in cui è morta
È stato pubblicato in questi giorni un messaggio che la Zanola ha inviato ad un amica, a cui confessava i suoi sospetti, la notte in cui ha perso la vita.
Arrivano delle novità sulla morte di Giada Zanola, la donna morta precipitando da un cavalcavia a Vigonza, un comune che si trova in provincia di Padova. Inizialmente, l’ipotesi degli inquirenti era che la Zanola si fosse suicidata, ma già dopo i primi interrogatori fatti al compagno, è emerso il sospetto che invece fosse stato lui ad ucciderla. Andrea Favero infatti aveva reso delle dichiarazioni confuse fin dall’inizio delle indagini, salvo poi ammettere di essere stato in macchina con la compagna quella sera, nei pressi del cavalcavia, ma di non ricordare altro di quella sera.
E in questi giorni è diventato pubblico l’ultimo messaggio che la Zanola avrebbe scritto ad un’amica e che potrebbero rendere ancora più complicata la situazione del compagno. Era già emerso durante gli atti di indagine, di come la donna avesse confessato alle amiche che temeva che Favero la drogasse in alcune circostanze.
Ed è forse a questo che potrebbe ricollegarsi l’ultimo messaggio che la donna ha inviato ad un’amica quella sera scrivendo che si sentiva fiacca e ci vedeva doppio. L’amica a quel punto aveva provato circa un’ora dopo a contattarla senza più ottenere risposta da parte della Zanola. L’unica certezza è che le cose tra lei e il compagno non andavano bene, come ha raccontato lo stesso Favero agli inquirenti, spiegando che nelle ultime settimane aveva iniziato ad avere il terrore che la campagna non solo lo lasciasse, ma che volesse anche impedirgli di vedere il figlio.
Cosa hanno rivelato gli esami tossicologici
Un altro particolarmente particolarmente scabroso emerso grazia ad un’inchiesta del Corriere Della Sera: la Zanola aveva anche il sospetto non solo di essere drogata da Favero, ma che questa la violentasse durante il sonno perché aveva espresso da tempo la richiesta di avere un secondo figlio, trovando però il rifiuto da parte della donna a questa possibilità.
L’autopsia ha inoltre confermato che la donna fosse stordita la sera in cui è morta: gli esami tossicologici hanno infatti rivelato la presenza nel suo corpo di psicofarmaci con proprietà sedative. Il problema è che non sembra che la donna li assume abitualmente e non aveva infatti alcuna prescrizione medica per la loro somministrazione.