Omicidio Cecchettin, Filippo Turetta ha scritto una lettera ai genitori mentre era in fuga
La notizia è stata pubblicata dal Corriere della Sera, che ha riportato diversi stralci della lettera scritta dal ragazzo mentre era in Germania.
È iniziato nella giornata di ieri, 23 Settembre 2024, il processo contro Filippo Turetta, e intanto, è emersa una notizia pubblicata sul Corriere della Sera. Turetta, nel viaggio di fuga che ha fatto in Germania dopo l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha infatti scritto una lettera ai genitori confessando il suo crimine. Nelle righe pubblicate dal quotidiano, il ragazzo sembra cosciente della gravità del gesto che ha compiuto e non chiede perdono rivolgendosi ai genitori.
Nelle righe pubblicate si leggono infatti frasi come “non esiste perdono o qualcosa del genere e io non lo voglio, non lo merito”. Definisce poi i suoi genitori come delle brave persone che lo hanno educato al meglio, affermando che è “meglio un figlio morto che un figlio come me…”. Nella lettera parla anche dell’intenzione che ha avuto di suicidarsi dopo l’omicidio, come aveva già raccontato agli inquirenti nel suo primo interrogatorio dopo la cattura in terra tedesca: “Se solo avessi qui con me il pulsante del suicidio istantaneo non esiterei a premerlo. Desideravo solamente riuscire a uccidermi in qualche modo”.
Il 22enne si trova al momento rinchiuso nel carcere di Verona e considerato tutte le confessioni che ha reso in questi mesi, una condanna per omicidio lui è scontata.
La lettera scritta da Turetta: “Vivrò la mia intera vita in carcere”
Ciò che determinerà la durata della sua pena, sarà la premeditazione del delitto. Il giovane ha negato che l’omicidio della sua ex fosse stato pianificato, ma diversi elementi sembrano far sospettare ai magistrati che su quetso punto invece menta.
A partire dal coltello con cui ha ucciso Giulia Cecchettin e che era stato acquistato qualche giorno prima. Inoltre, nella lettera che aveva scritto ai suoi genitori, sembrava anche molto consapevole di quale destino lo attendeva: “Vivrò la mia intera vita in carcere non potrò più laurearmi, conoscere persone, avere una famiglia e godere di quello che ho già”. Turetta era anche consapevole dell’enorme attenzione mediatica che c’era sul caso mentre era in fuga, e sapeva di essere divenuto in un qualche modo famoso, pur non andando fiero di questo: “Ho peggiorato il mondo in qualche modo. Mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto”.