Home » Omicidio in discoteca: spara e poi confessa | Si indaga sul mistero della scena ripulita, ascoltati i buttafuori

Omicidio in discoteca: spara e poi confessa | Si indaga sul mistero della scena ripulita, ascoltati i buttafuori

Un’altra serata di festa trasformatasi in tragedia nel palermitano – fonte depositphotos/Spynews.it

Gli inquirenti non riescono a spiegare il mistero della scena ripulita nel caso Lino Celesia: qualcuno ha fatto sparire le tracce ematiche.

Lino Celesia, 22 anni, è morto a causa dei colpi di pistola sparati fuori dalla discoteca “Notr3” di Palermo nella notte tra il 20 e il 21 dicembre dello scorso anno.

Alla base del ferimento, rivelatosi poi mortale, ci sarebbe stata una rissa fuori dal locale che ha spinto un ragazzo 17enne a sparargli diverse volte (come testimoniano i numerosi bossoli ritrovati sul corpo della vittima) fino ad ucciderlo.

Secondo quanto riportato da AdnKronos, lo stesso 17enne (quella notte in compagnia del fratello) ha poi chiamato i Carabinieri per autodenunciarsi, dopo aver fatto sparire la pistola gettandola -a suo dire- in mare.

Celesia si è spento in ospedale poco dopo essere stato trasportato da un parente e a nulla sono valsi i tentativi di essere rianimato. Ex ragazzo prodigio del calcio che ha vestito (tra le altre) la maglia del Torino, Lino era figlio di Gianni Celesia (cantautore neomelodico ed ex consigliere comunale di Palermo).

Il mistero della ‘scena pulita’

Ma, sebbene il colpevole abbia già confessato la responsabilità dell’omicidio, ci sono degli scenari di quella notte che non sono stati ancora spiegati. All’arrivo delle Forze dell’Ordine, la scena era stata ripulita e anche all’esterno non è stata ritrovata alcuna traccia ematica.

Un retroscena decisamente inquietante, che fa il paio con le dichiarazioni dei buttafuori, ascoltati dalla squadra mobile di Ennio Petrigni (procuratore aggiunto) e Vittorio Coppola (sostituto): per loro quella sera non sarebbe successo <<niente di grave>>, quando invece i filmati hanno appurato una colluttazione all’interno del locale e la conseguente fuga di alcuni ragazzi spaventati.

Resta ancora da capire se gli incaricati alla sicurezza di quella sera avessero regolare contratto oppure, come nella tragedia dell’omicidio di Aldo Naro del 2015, fossero stati impiegati abusivamente dal titolare della discoteca.