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Stage del Sinnai, Zuncheddu assolto: ha passato 33 anni in carcere da innocente

Beniamino Zuncheddu
Beniamino Zuncheddu (ANSA) – Spynews.it

Colpo di scena sulla strage del Sinnai. Dopo 33 anni, la Corte d’Appello ha assolto Beniamino Zuncheddu per aver commesso il fatto.

“Per me è la fine di un incubo”. Con queste parole Beniamino Zuncheddu ha commentato la sentenza appena emessa dalla Corte d’Appello che lo ha assolto dal reato che lo ha visto recluso per più di 30 anni in carcere. Zuncheddu fu infatti condannato per essere il responsabile della strage di Sinnai, avvenuta in provincia di Cagliari l’8 Gennaio del 1991.

Un delitto cruento, in cui tre pastori rimasero uccisi in quello che venne in seguito ricostruito dalle forze dell’ordine come un vero e proprio raid. Un uomo mascherato fece infatti d’improvviso la sua comparsa in una zona in cui quattro allevatori stavano facendo pascolare il loro bestiame, trucidandoli barbaramente. Sopravvisse uno solo degli allevatori, Luigi Pinna, che divenne in seguito il supertestimone che, riconoscendo Zuncheddu come l’autore della strage a cui era sopravvissuto per miracolo, fornì la prova decisiva per condannare all’ergastolo l’uomo, che all’epoca aveva 27 anni, e che si era sempre dichiarato innocente fin dai primi giorni del suo arresto.

Adesso però a distanza di più di trent’anni, gli avvocati difensori di Zuncheddu sono riusciti a dimostrare come Pinna in realtà non avesse mai riconosciuto Zuncheddu come il killer della strage, anche perché il volto dell’assassino era coperto da una calzamaglia e dunque irriconoscibili.

Beniamino Zuncheddu con la famiglia il giorno della scarcerazione
Beniamino Zuncheddu con la famiglia il giorno della scarcerazione (ANSA) – Spynews.it

La confessione del supertestimone Luigi Pinna

La cosa davvero grave è che Pinna ha ritrattato la sua testimonianza spiegando “di essersi fidato della persona sbagliata” e che uno degli inquirenti lo aveva “convinto” che fosse il 27enne ad aver tentato di ucciderlo. L’uomo ha infatti raccontato come, arrivato il momento di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l’agente di polizia che conduceva le indagini mi mostrò la foto di Zuncheddu e mi disse che il colpevole della strage era lui. È andata così: ho sbagliato a dare ascolto alla persona sbagliata”.

E con queste nuove certezze giuridiche acquisite, la Corte d’Appello ha deciso di assolvere l’uomo, a cui era già stata ridata la libertà a novembre, per non aver commesso il fatto. Purtroppo nulla potrà restituire a Zuncheddu i 33 anni che ha speso in carcere da innocente, e questo è purtroppo l’aspetto più triste di questo caso.