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Omicidio Fiorenza Rancilio, il figlio della donna indagato per omicidio volontario

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Fiorenza Rancilio
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Fiorenza Rancilio (ANSA) – Spynews.it

Svolta nelle indagini per l’omicidio di Fiorenza Rancilio: il figlio della donna è stato fermato e accusato di omicidio volontario.

Arrivano nuovi sviluppi sull’omicidio di Fiorenza Rancilio, la donna di 73 anni ritrovata morta mercoledì 13 Dicembre 2023 nel suo studio. Il suo cadavere è stato scoperto dalla donna delle pulizie nell’abitazione dell’anziana in via Crocefisso.

La domestica ha aperto la porta e ha trovato la Rancilio morta nel suo studio, con il figlio, Guido Pozzolino Gobbi Rancilio, steso accanto a lei. L’uomo è stato prontamente trasferito in ospedale in stato di choc, ma la novità di queste ore è che è stato ufficialmente fermato dalle forze dell’ordine e accusato di omicidio volontario.

Grava forse sulla sua posizione anche il fatto che gli inquirenti, nelle prime indagini svolte, hanno appurato come Guido Pozzolino Gobbi Rancilio soffrisse da tempo di problemi psichiatrici tali da assumere quotidianamente psicofarmaci. Per il momento i 35enne si trova ancora ricoverato in ospedale, ed è piantonato a vista dai carabinieri.

Omicidio di Fiorenza Rancilio, il figlio accusato di omicidio volontario
Omicidio di Fiorenza Rancilio, il figlio accusato di omicidio volontario (ANSA) – Spynews.it

Fiorenza Rancilio era una nota imprenditrice del settore immobiliare a Milano

Come si è scoperto in seguito, la donna delle pulizie si era recata sul luogo dietro l’invito dei dipendenti della società immobiliare gestita da Fiorenza Rancilio, che non avendola vista arrivare la mattina in ufficio, si sono preoccupati e hanno chiesto alla donna delle pulizie di andare a controllare.

La donna era un immobiliarista molto importante e conosciuta nella città di Milano, con una storia familiare abbastanza complessa. Fiorenza Rancilio era infatti la sorella di Augusto, un architetto 26enne rapito e in seguito ucciso nel 1978 dall’anonima sequestri. Da quel tragico evento nacque la fondazione Augusto Rancilio di cui la donna era presidente.

Il palazzo in cui viveva era interamente di sua proprietà in quanto era anche il quartier generale della sua società. La Rancilio aveva in tutto circa cinquanta dipendenti che ogni giorno si recavano nell’edificio, e il figlio viveva al sesto piano del palazzo.